Questo luogo di sepoltura è stato voluto da Alberto di Sassonia-Teschen per la morte di sua moglie, Maria Cristina; con questo immenso lavoro il regale voleva rendere omaggio al ricordo di sua moglie. Il tema predominante è ovviamente quello della morte, e tutti gli elementi che sono stati inseriti hanno a che fare con ciò. Guardando l’opera salta immediatamente all’occhio la piramide bianca che troneggia, che sembrerebbe il luogo di destinazione della mesta processione, a cui stanno partecipando diversi personaggi. Proprio sopra l’entrata della piramide mortuaria è presente un’architrave con su inciso “Uxori optimae Albertus” che tradotto sarebbe “Alberto alla sua ottima moglie”, facendo risaltare il nome del committente. Sopra all’entrata oscura possiamo scorgere un medaglione con all’interno un ritratto della donna defunta, sorretto da una specie di angelo, ma che in realtà è la personificazione della Felicità. Tra i personaggi sulla sinistra troviamo un personaggio che disperato e con il capo chino su un un vaso (contenente le ceneri) si avvia verso la piramide, accompagnato da due bambine. Questa è la personificazione della Virtù. Dietro, sempre sulla sinistra è presente una donna che invece accompagna un vecchio sotto braccio, mentre segue la Virtù. Questa donna è la rappresentazione della Beneficenza. Sulla destra c’è un leone, rappresentante la Fortezza, e proprio sopra al leone è presente invece un genio con le ali, che rappresenta il sonno; ciò sta ad indicare la morte come un sonno eterno. Sotto i piedi dei personaggi che si trovano a sinistra è molto interessante notare che è presente un drappo, altro elemento inserito non casualmente: questo infatti rappresenta il forte legame tra la vita e la morte. La scelta di voler utilizzare la piramide è molto interessante: questa infatti rappresenta il mondo dei morti, in continuità e non in contrapposizione con i personaggi che partecipano, rappresentanti il mondo dei vivi.
“Questo è un altro modo per raggiungere la perfezione: scegliere quello che c’è di più bello e dargli nuova vita”.