L’opera è stato richiesta dal senatore Pietro Pisani, e attualmente l’opera è conservata a Venezia. I due protagonisti, Dedalo ed Icaro, fanno parte della mitologia greca, i quali per fuggire dalla propria prigione, decidono di fabbricarsi delle ali di cera con le quali voleranno via; secondo il mito, la curiosità di Icaro lo portò a volare troppo vicino al sole, facendo scogliere le sue ali e portandolo inevitabilmente alla morte. La scultura è molto interessante soprattutto per via delle notevoli contrapposizioni che il Canova mette in primo piano: possiamo notare la vecchiaia di Dedalo in netto contrasto con la giovinezza di Icaro, e allo stesso tempo, mentre il vecchio padre viene rappresentato inarcato in avanti, dall’altra parte invece il giovane restituisce equilibrio alla composizione spingendosi nell’altro verso. Possiamo notare delle contrapposizioni anche riguardanti l’atteggiamento, Dedalo infatti è pensieroso e ha un brutto presentimento riguardo questa folle impresa, mentre Icaro invece viene rappresentato con una “smorfia” di incoscienza giovanile, tipica di chi non teme nulla. Guardando da lontano la composizione è possibile notare che “Dedalo e Icaro” formano una sorta di X, o meglio una posizione chiastica, che si richiama al discorso della contrapposizione narrata precedentemente.
“Ci vuole tanta abilità per riprodurre nella pietra le pieghe, così diverse tra loro”.